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Focà Rocco
Artista del legno. Nacque il 2 novembre del 1849 da Domenico e da Lucrezia Fava. Frequentando la bottega paterna, il padre era incisore, sin dall'infanzia apprese ben presto l'uso dello scalpello e grazie all'ingegno vivace ed alle ottime potenzialità artistiche il Focà dimostrò subito la propria insofferenza alla limitatezza della bottega paterna. Il desiderio di crescere e formarsi onde poter acquisire un migliore tecnica lo portarono a frequentare scuole di ottima rinomanza a Messina, Napoli e Firenze, in quest'ultima scuola fu allievo ed amico del celebre scultore Frullini. Le sue opere, caratterizzate da uno stile " così potente che la materia quasi diveniva duttile sotto i colpi del suo scalpello", furono ricercate ed apprezzate persino nei palazzi reali del tempo. E' sua la bellissima culla destinata al principe ereditario di casa Savoia, il futuro re d'Italia Vittorio Emanuele III. Suo anche il portone della Chiesa di San Rocco a Scilla mentre un'altra opera, un porta fotografie della famiglia reale, destinata a rimanere custodita nel Palazzo del Comune è scomparsa da moli anni. Premiate ed ammirate anche in campo internazionale le sue opere ebbero fama anche a Parigi, Londra, Bruxelles e Chicago. Una degli ultimi suoi lavori che si ricordano è un cofano offerto dalle Dame calabresi all'incrociatore "Calabria". Negli anni di maggior splendore della sua arte, ammalatosi di broncopolmonite, lasciò l'affetto dei propri cari e di quanti lo ammirarono il 4 dicembre 1897. In una lettera del figlio, Padre Roberto, inviata da Tunisi il 25 marzo del 1928 e pubblicata sul "Giornale Scillese", meglio si comprenderà l'opera del Focà: "...in ogni essere trovava un senso, un'idea, un simbolo. Scrutava minutamente le forme e i dettagli, ascoltava la voce dell'arte che per lui si ripercuoteva in eco indefinita...".