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STORIA DELL'AZIONE CATTOLICA

L'Azione Cattolica si sviluppò, a partire dalla se­conda metà del XIX secolo, nei più importanti Pae­si europei, trovando l'incoraggiamento del Papa Pio IX.

In Italia, il movimento nasce nel 1868, a Bologna, grazie a due giovani: Mario Fani, appartenente al circolo S. Rosa, di Viterbo, e Giovanni Acquaderni, animatore di un circolo giovanile bolognese, i quali danno vita alla Società della Gioventù Cat­tolica Italiana, che può essere considerata il primo nucleo dell' ACI.

Il programma adottato dalla Società è il motto "Preghiera, Azione, Sacrificio", da tradurre nella fedeltà a quattro doveri principali: devozione alla Santa Sede, studio della religione, vita cristiana ed esercizio della Carità.

La costituzione della nuova Associazione viene ap­provata da Pio IX, nel 1868.

Nel 1874, a Venezia, la Società della Gioventù Cat­tolica promuoveva il primo Congresso dei Cattolici Italiani, cui si affiancò l'opera dei congressi e comitati cattolici.

Nel 1896, nasce la Federazione Nazionale dei Cir­coli Universitari Cattolici (FUCI), che, fin dai pri­mi anni, è impegnata su due versanti: il confronto con la cultura moderna e l'impegno nell'ambito so­ciale.

Ad opera di Maria Cristina Giustiniani Bandinim, e con la collaborazione di Adelaide Coari, nel 1908, prende vita l'Unione fra le Donne Cattoliche Italiane, che ha come scopo la cura dei fan­ciulli cattolici e indirizza la propria azione nel campo della catechesi, dell'istruzione e dell'assistenza: ciò porta vitalità e fervore nella Chiesa.

All'interno dell'Unione, nel 1918, nasce la Gio­ventù Femminile di AC, con il compito di pren­dersi cura della "formazione religiosa, intellettuale, morale e sociale della giovane".

Nel 1919, con la nascita del Partito Popolare di don Luigi Sturzo, nel laicato cattolico, si fa più netta la distinzione degli incarichi tra l'Azione Cattolica, il Partito e il Sindacato.

Nel 1922, voluta da Pio XI, per raggruppare le o­pere degli adulti, nasce, grazie ad Augusto Ciriaci e monsignor Domenico Tardini, l'Unione Uomini Cattolici.

Durante i primi anni di pontificato di Pio XI, si procede a ristrutturare complessivamente l'Associazione; con gli Statuti del 1923, infatti, l'AC viene suddivisa in quattro sezioni: Federazione Italiana Uomini Cattolici, Società Gioventù Cattolica Italiana, Federazione Universitari Cat­tolici Italiani, Unione Femminile Cattolica Italiana.

Riconosciuta dal Concordato del 1929, l'ACI resi­stette alla crisi del 1931, allorché il Governo Fasci­sta tentò di sopprimere tutte le associazioni giova­nili; infatti, Mussolini inviò ai Prefetti l'ordine di chiudere i Circoli dell' AC, dato che l'attività for­mativa religiosa in essi esercitata veniva considera­ta contraria ai dettami del Fascismo.

Pio XI risponde, allora, con un'enciclica, in cui af­ferma che il laicato e l'AC non hanno bisogno di garanzie diverse da quelle della Chiesa, della Fede e del rapporto con il Pontefice.

Dopo la guerra, anche per merito dello sforzo orga­nizzativo, condotto lungo tutto l'arco del pontificato di Pio XII, l'AC raggiunge un'espansione mai vista prima: nel 1943, gli iscritti sono circa 2.500.000 e giungono, nel 1959, a 3.372.000.

Il periodo che va dalla Liberazione alle elezioni per la Costituzione vede un coinvolgimento quasi diret­to dell' ACI nelle competizioni elettorali e nel di­ battito politico: nel 1948, in vista delle prime ele­zioni repubblicane, nascono i cosiddetti Comitati Civici, un'organizzazione collaterale all' AC, aven­te lo scopo di mobilitare tutte le forze cattoliche per la battaglia elettorale; tuttavia, ciò determina, negli anni seguenti, la scarsa sensibilità nel cogliere le profonde trasformazioni che stanno cambiando il volto del Paese.

Anche all'interno dell'AC, comunque, comincia a farsi strada quella ricerca di rinnovamento che ma­turerà negli anni precedenti il Concilio Vaticano II, che si apre nel 1962.

Nel 1964, Vittorio Bachelet viene nominato Presi­dente della Giunta Centrale di AC: nel clima di rinnovamento apportato dal Concilio, egli conduce l'Associazione a compiere la cosiddetta "scelta reli­giosa", con cui si afferma e si evidenzia la priorità dell' annuncio della Parola "in quanto capace di cre­are uomini nuovi e portatrice di una profonda cari­ca di trasformazione della vita e della storia".

Nel 1969, l'AC si dà un nuovo Statuto coerente con le nuove prospettive post-conciliari, elaborato attra­verso un lunghissimo periodo di revisione, confron­to e riflessione dei propri aderenti; così, la struttura organizzativa dell'Associazione assume un volto nuovo: i quattro rami lasciano il posto a due Setto­ri, uno, per i Giovani ed uno per gli Adulti, mentre le Sezioni minori sono sostituite da un'unica strut­tura unitaria, cioè l'Azione Cattolica dei Ragazzi (ACR).