Edificata (con istrumento
del 10 aprile 1641 per volontà della principessa Donna Giovanna Ruffo)
grazie all'impegno delle confratenite dei padri Cappuccini e Osservanti,
fu destinata ai padri Crociferi. Era attaccata al l'antica Chiesa della
SS.ma Annunziata (ora di San Giuseppe) all'estremità nord del quartiere
di Chianalea.
La solidissima costruzione fu rovinata per un buon terzo dal cataclisma
del 1783; ricostruita, fu nuovamente distrutta dal terre moto del 1908.
Prima di tali eventi la chiesa aveva cinque altari, incluso il maggiore
che era dedicato alla SS.ma Vergine dall'Angelo annunciata, come si può
rilevare dagli atti redatti durante una Vi sita Pastorale del 1864.
Purtroppo di tali maestose costruzioni oggi, non rimane che poco o
niente salvo una buona parte di alcuni muri perimetrali. Infatti
l'esterno della chiesa si presenta senza alcun carattere architettonico,
dal quale si può determinare una epoca o stile: si tratta di una
costruzione a pianta rettangolare ad una navata con un pronao coperto.
L'esterno, rivestito con un intonaco scrostato e vecchio, non presenta
alcuna decorazione ad eccezione delle parti ove esistono delle
semi-colonne lineari forma te da lesene in mattoni con la base ed il
capitello in tufo che sorreggono una cornice, anch’essa in tufo,
decorata con motivi geometrici; tra lesena e lesena vi sono degli archi
a mattoni con capitelli in tufo. Quattro finestre ovali in mattoni
adornano la parte alta, sia dal lato destro che sinistro, della navata.
Sulla parete destra vi sono due nicchie: una in mattoni nella parte alta
nella quale vi è posta una statua in carta pesta dell’Immacolata del
XVII sec. ed una decorata con cornice in tufo nella quale vi è posta una
statua in legno raffigurante la Vergine del Rosario opera del XIX sec..
Il tetto fatto con capriate in legno è coperto con coppi.
All'interno l'edificio è diviso in due vani di stinti.
Dal portone di recente fattura si accede in un ambiente rettangolare
coperto a volte: sulla parete opposta alla facciata vi è un portale non
visibile dall'esterno, con due colonne con motivi a voluta, le quali
denunciano una vistosa povertà di stile: tale por tale è opera forse di
artigianato locale del XVIII secolo.
At traverso questo portale si accede alla chiesa, la quale consta di
un'unica navata rettangolare, con una serie di lesene, che in origine
dovevano essere destinate a sorreggere l'impostazione delle volte e cioè
una copertura analoga a quella del vestibolo.
Procedendo in avanti, prima di accedere alla zona dell’abside una lapide
porta sul pavimento: il lato sinistro ricorda il punto ove sono stati
ritrovati e ricollocati i resti del famoso Sac. Dott. Giuseppe Bovi,
fondatore del culto di S. Giuseppe e sepolto in quel luogo per sua
espressa volontà. Un gradino immette nella zona dell’abside concava,
delimitata da due grosse colonne, in mattoni (con un’accenno di arco
nella parte alta), al centro della quale vi è collocato l’altare
maggiore in marmo bianco (sec. XVIII), mentre al centro è stata inserita
la mensa rivolta verso l’assemblea: è composta da quattro bassorilievi
in tufo raffiguranti l’annunciazione sulla parte frontale (per ricordare
l’antica chiesa dell’annunziata) altri due sulle parti laterali
raffiguranti il giglio (simbolo di S. Giuseppe) e quello posto sulla
parte posteriore raffigurante lo stemma dei PP. Crociferi reggenti il
vecchio convento dei PP. Osservanti (sec. XVII) tutti opera del prof.
Francesco Burzomato. Sulla parete alla sinistra dell’altare maggiore vi
è una nicchia decorata in pietra di tufo nella quale è riposta la statua
in carta pesta e gesso raffigurante S. Giuseppe opera del XVII sec. del
canonico Ingigneri.
BIBLIOGRAFIA: Can. G. Minasi - Archivio storico Napoli - Biblioteca Naz.
Napoli - G. Mercalli - M. Ba ratta - Franz Von Lobstein.
(Insieme Costruiamo la Comunità anno I - n. 9 - Ottobre 1984 )