PER SCEGLIERE LA STRADA. . .
Ormai, è trascorso parecchio tempo, da quando sono entrata a far parte della grande famiglia dell' Azione Cattolica: ho iniziato a frequentarla fin da piccola e, come tutti i miei compagni, attendevo con ansia l'incontro del sabato.
Da qui, poi, diventare educatrice e guida per un gruppo di adolescenti non è stato così difficile, ma, quasi, un percorso naturale, poiché, sin da allora, avevo capito di voler continuare il mio cammino spirituale all'interno dell'A.C., per testimoniare la mia esperienza e tutto quello che avevo maturato, nel corso degli anni, ai ragazzi, divenendo un loro punto di riferimento.
Questo non è certamente facile, considerando l'eccessiva vivacità degli stessi e il fatto che, molto spesso, la società li porta a mettere al centro della loro vita interessi ed aspirazioni lontane dai valori che l'A.C. cerca di trasmettere: perciò, penso che essere educatori vuol dire essere strumenti di Dio, che ci chiama ad accompagnare i bambini nella loro crescita morale, a trasmettere, appunto, quei valori che tendono ad essere dimenticati, per diventarne testimoni, nel nome di Gesù, ma, soprattutto, essere, per i ragazzi, persone su cui poter sempre contare. Sono pochi i giovani, nell' ambito della nostra parrocchia, che hanno scelto di continuare questo cammino; probabilmente, perché viene escluso a priori tutto ciò che richiede responsabilità ed impegno, ritenendo, addirittura, inutile e superfluo dedicare un pò di tempo agli altri e cercare di crescere insieme, sull'esempio di Cristo!
Ma l'amicizia, la condivisione, sono le strade che ci avvicinano a Lui: questo ce lo insegna lo stesso Gesù che scelse di condividere gli attimi più importanti della Sua vita con i Suoi discepoli.
Quello che accomuna coloro che aderiscono all'Azione Cattolica è, innanzi tutto, la fede in Dio e la ricerca di Lui attraverso il prossimo e attraverso gli itinerari che l'A.C. propone, secondo le varie fasce d'età.
Per quanto riguarda l' A.C.R. ( Azione Cattolica dei Ragazzi) il fine è quello di educare i fanciulli a testimoniare nei vari ambienti e, in particolare, tra i coetanei, la gioia di vivere il rapporto d'amicizia con Gesù e di esserne discepoli, cosicché, con l'esempio della loro vita e la semplicità delle loro parole, rendano presenti i valori evangelici nella scuola, in famiglia e tra i compagni di gioco: i ragazzi, così, non solo s'impegnano in un cammino di crescita personale, ma anche in un servizio alla comunità.
Il nostro compito di educatori è proprio quello di aprire i bambini al graduale rapporto con gli altri e di insegnare a dare valore all'amicizia, alla collaborazione, alla solidarietà: da ciò, si comprende il significato e l'importanza degli incontri diocesani, dei campi scuola, delle varie feste, dove i ragazzi hanno l'opportunità di stringere nuove amicizie e di confrontarsi tra loro.
Il servizio alla comunità si intensifica sempre di più, nel corso del tempo, e, da "esperienza", diventa "scelta di vita": si decide, dunque, di continuare il proprio iter di crescita sulla scia dei valori conosciuti e sperimentati all'interno del gruppo; da qui, il giovane di A.C. è colui il quale si impegna a fare della sua vita una missione nella comunità di cui fa parte.
È errato, quindi, pensare che aderire all' A.C. equivale esclusivamente ad essere presenti agli incontri o a tesserarsi: aderire significa, soprattutto, scegliere di porre al centro della propria esistenza valori che nella società non sono per nulla dominanti; ecco perché chi sceglie di “essere Azione Cattolica” è consapevole di “andare contro-corrente”.
Anche se, nella nostra parrocchia, solo pochi gruppi seguono il cammino A.C.R., è importante la loro presenza, perché rendere partecipi gli altri e possano continuare, nonostante le difficoltà e, a volte, gli scoraggiamenti, a testimoniare e ad essere, per tutti i ragazzi, una vera famiglia, fatta di persone sempre pronte ad accogliere.
Testi tratti da: "Se c'è una storia da raccontare è questa che stiamo vivendo" Giovani di Azione Cattolica Scilla Agosto 2001
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