SOLUZIONI PUBBLICHE
A distanza di decenni mi piacerebbe che qualcuno
trovasse la formula magica per stabilire che in caso di crisi economica,
la soluzione giusta di risanamento dei conti pubblici
sia
sempre e solo quella di privatizzare, evidentemente così non può essere.
Purtroppo la gran parte
dei
ministri
che si sono susseguiti negli anni, hanno continuato a tirare sempre lo
stesso coniglio dal cilindro, cercando di privatizzare i famosi
“gioielli di famiglia”.
I furbi e i furbetti ce li siamo ritrovati sia negli
enti pubblici sia negli enti privati, non esiste una regola che possa
affermare con certezza che solo il privato è bello, ne all’opposto che
sia con il pubblico la strada maestra da seguire.
Occorre creare un sistema di controllo e valutazione
delle scelte da fare per ciascun settore della pubblica amministrazione.
In primo luogo è necessario stabilire un metodo che
al suo interno abbia delle formule, degli indicatori, degli algoritmi
che siano in grado di stabilire se un determinato servizio convenga
accentrarlo o
stabilire se sia più conveniente decentrarlo.
Questo tipo di scelte devono essere considerate
scelte strategiche per la
Nazione e non più ad appannaggio di questo o quell’onorevole.
Propongo a sintesi di questa analisi un esempio
riferito ad un settore della pubblica amministrazione, quello
dell’Istruzione. Se si affina il metodo credo che si possano gestire in
simmetria altri settori della pubblica amministrazione.
Un metodo da rispettare dovrebbe essere quello che
quando si promulga una legge non si inneschino ulteriori costi per la
pubblica amministrazione, per esempio la legge sulla trasparenza
amministrativa: “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di
pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle
pubbliche amministrazioni.” Il Dlg 14 marzo 2013, n. 33, pubblicato
nella gazzetta ufficiale n.80 del 5-4-2013, impone agli enti pubblici di
pubblicare sui siti propri siti internet molteplici atti ed alcuni in
modalità sicura.
Per gestire dati in modalità sicura occorre usare
il protocollo “ssl”, ebbene queste semplici operazioni per fare un
esempio, su un campione di diciottomila scuole hanno dei costi
esorbitanti,
basterebbe creare una sola web farm per le
pubbliche amministrazioni e offrire gratuitamente a tutte le
amministrazioni uno spazio web gratuito, i certificati ssl e perché no
anche il voip per la telefonia tra uffici.
Quale azienda non lo farebbe per le proprie filiali,
eppure questo modello nel settore pubblico non è diventato una costante
o per dirla in stile moderno, strutturale.
Per essere più esplicito mi piace paragonare la
certificazione ssl alla carta intestata, gestire i documenti su carta
intestata è sempre stato un sinonimo di prestigio e di orgoglio del
proprio lavoro, nelle scuole ciascuna amministrazione lo fa con dovizia,
nel nostro esempio per essere più professionali dovremmo parlare di
nuova carta “intestata filigranata” digitale.
Iniziamo da questo settore, certifichiamo i singoli
costi, dalla sola gestione del sito web e della telefonia in una scuola,
raccogliamo in tutta Italia da ogni singola amministrazione scolastica i
costi affrontati nel 2013, con solo questi capitoli di spesa in
bilancio, avremo quantificato così in modo certo uno spaccato dei costi
della pubblica amministrazione nel settore dell’Istruzione.
Una volta creata una web farm pubblica che
garantisca gli stessi servizi in modo gratuito non vedo perché non si
possa affermare che questa sia o possa essere una soluzione rivolta
all’abbattimento della spesa pubblica, che contribuirà in modo
significativo all’abbattimento del debito pubblico e finalmente potremo
affermare con certezza che si può risanare un bilancio non solo e sempre
con la privatizzazione
dei servizi ma si può anche scegliere di trovare soluzioni pubbliche.