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Associazione Culturale "Chianalea"

Da quando esiste la memoria, il nome evoca i pericoli del mare, il fascino della sfida, il trionfo dell'audacia degli uomini. Gli uomini che hanno vissuto sulle sponde dello Stretto, hanno conservato l'esperienza di secoli di vita sul mare e hanno imparato a tendere agguati ai pesci più veloci del mondo, fino a basare la propria sopravvivenza sulla caccia ad uno di questi pesci, fino a subordinare la propria esistenza al passaggio dei grandi pescespada, e alla propria abilità nel catturarli. Anche a Bagnara e Ganzirri, in Sicilia gli uomini impararono a cacciare i pescespada, e incalzarono gli scillesi, ma le loro risorse permisero loro di non dipendere in maniera esclusiva dalla caccia. A Chianalea il borgo marinaro all'ombra della rupe di Scilla, ogni uomo imparava dal padre e trasmetteva ai figli le esperienze di migliaia di vite sul mare. Poi nel XX secolo, il progresso permise alla caccia di raggiungere la perfezione, ma spazzò via la memoria e la necessità di ricordare. I pescatori barattarono le attività tradizionali con il benessere immediato, ma la crisi della pesca, l'inserimento di un'attività di sussistenza negli spietati meccanismi di mercato, le hanno portate ad un passo dall'estinzione come una specie in pericolo. Per quattro millenni, la memoria aveva tenuto in vita competenze e conoscenze insostituibili. Poi, dopo quattro mila anni di invazioni, pestilenze, maremoti, una sola generazione ha solcato la ttrasmissione delle capacità, e la loro cognizione si è persa per sempre. Ma a Chianalea un gruppo di figli e nipoti degli ultimi cacciatori dei pescespada, si è riunito in un'associazione, l'Associazione Culrtuerale "CHianalea", ha raccolto tutte le notizie ancora reperibili e ha chiesto agli anziani di insegnasre ai propri figli tutto quello che ricordavano.

Oggi questa memoria ha ancora un futuro.